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geometrico; come la fisica, la quale ponga per principio
di tutte le forme corporee il cuneo, in quella guisa che la
prima figura composta, che s ingenera in geometria,  l
triangolo, siccome la prima semplice  l cerchio, simbo-
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Giambattista Vico - Autobiografia
lo del perfettissimo Dio. E cos ne uscirebbe comoda-
mente la fisica degli egizi, che intesero la natura una pi-
ramide, che un solido di quattro facce triangolari, e vi
si accomoderebbe la medicina egiziana del lasco e dello
stretto. Della quale egli un libro di pochi fogli col titolo
De aequilibrio corporis animantis ne scrisse al signor Do-
menico d Aulisio, dottissimo quant altri mai delle cose
di medicina; e ne tenne altres spessi ragionamenti col si-
gnor Lucantonio Porzio, onde si concili appo questi un
sommo credito congionto ad una stretta amicizia, la
quale coltiv egli infino alla morte di questo ultimo filo-
sofo italiano della scuola di Galileo, il quale soleva dir
spesso con gli amici che le cose meditate dal Vico, per
usare il suo detto, il ponevano in soggezione. Ma la Me-
tafisica sola fu stampata in Napoli in dodicesimo l anno
1710 presso Felice Mosca, indrizzata al signor don Pao-
lo Doria, per primo libro del De antiquissima italorum
sapientia ex linguae latinae originibus eruenda. E vi si at-
tacc la contesa tra signori giornalisti di Vinegia e l aut-
tore, di cui ne vanno stampate in Napoli in dodicesimo
pur dal Mosca una Risposta l anno 1711 e una Replica
l anno 1712; la qual contesa da ambe le parti e onorevol-
mente si tratt, e con molta buona grazia si compose.
Ma il dispiacimento delle etimologie gramatiche, che era
incominciato a farsi sentire nel Vico, era un indizio di
ci onde poi, nelle opere ultime, ritruov le origini delle
lingue tratte da un principio di natura comune a tutte,
sopra il quale stabilisce i princpi di un etimologico uni-
versale da dar l origini a tutte le lingue morte e viventi. E
 l poco compiacimento del libro del Verulamio, ove si
d a rintracciare la sapienza degli antichi dalle favole de
poeti, fu un altro segno di quello onde il Vico, pur
nell ultime sue opere, ritruov altri princpi della poesia
di quelli che i greci e i latini e gli altri dopoi hanno finor
creduto, sopra cui ne stabilisce altri di mitologia, co
quali le favole unicamente portarono significati storici
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Giambattista Vico - Autobiografia
delle prime antichissime repubbliche greche, e ne spiega
tutta la storia favolosa delle repubbliche eroiche.
Poco dopoi, fu onorevolmente richiesto dal signor
don Adriano Caraffa duca di Traetto, nella cui erudizio-
ne era stato molti anni impiegato, che egli scrivesse la vi-
ta del maresciallo Antonio Caraffa suo zio; e  l Vico, che
aveva formato l animo verace, ricev il comando perch
bbene pronta dal duca una sformata copia di buone e
sincere notizie, che  l duca ne conservava. E dal tempo
degli esercizi diurni rimanevagli la sola notte per lavo-
rarla, e vi spese due anni, uno a disporne da quelle mol-
to sparse e confuse notizie i comentari, un altro a tesser-
ne l istoria, in tutto il qual tempo fu travagliato da
crudelissimi spasimi ippocondriaci nel braccio sinistro.
E, come poteva ogniun vederlo, la sera, per tutto il tem-
po che la scrisse non ebbe giammai altro innanzi sul ta-
volino che i comentari, come se scrivesse in lingua nati-
va, ed in mezzo agli strepiti domestici e spesso in
conversazion degli amici; e s lavorolla temprata di ono-
re del subbietto, di riverenza verso i prncipi e di giusti-
zia che si dee aver per la verit. L opera usc magnifica
dalle stampe di Felice Mosca in quarto foglio in un giu-
sto volume l anno 1716, e fu il primo libro che con gusto
di quelle di Olanda usc dalle stampe di Napoli; e, man-
data dal duca al sommo pontefice Clemente undecimo,
in un brieve, con cui la grad, merit l elogio di storia
immortale, e di pi concili al Vico la stima e l amicizia
di un chiarissimo letterato d Italia, signor Gianvincenzo
Gravina, col quale coltiv stretta corrispondenza infino
che egli mor (1718).
Nell apparecchiarsi a scrivere questa vita, il Vico si vi-
de in obbligo di leggere Ugon Grozio, De iure belli et
pacis. E qui vide il quarto auttore da aggiugnersi agli tre
altri che egli si aveva proposti. Perch Platone adorna
pi tosto che ferma la sua sapienza riposta con la volga-
re di Omero; Tacito sparge la sua metafisica, morale e
Letteratura italiana Einaudi 40
Giambattista Vico - Autobiografia
politica per gli fatti, come da tempi ad essolui vengono
innanzi sparsi e confusi senza sistema; Bacone vede tut-
to il saper umano e divino, che vi era, doversi supplire in
ci che non ha ed emendare in ci che ha, ma, intorno
alle leggi, egli co suoi canoni non s innalz troppo
all universo delle citt ed alla scorsa di tutti i tempi n
alla distesa di tutte le nazioni. Ma Ugon Grozio pone in
sistema di un dritto universale tutta la filosofia e la filo-
logia in entrambe le parti di questa ultima, s della storia
delle cose o favolosa o certa, s della storia delle tre lin-
gue, ebrea, greca e latina, che sono le tre lingue dotte
antiche che ci son pervenute per mano della cristiana re-
ligione. Ed egli molto pi poi si fe addentro in
quest opera del Grozio, quando, avendosi ella a ristam-
pare, fu richiesto che vi scrivesse alcune note, che  l Vico
cominci a scrivere, pi che al Grozio, in riprensione di
quelle che vi aveva scritte il Gronovio, il quale le vi ap-
picc pi per compiacere a governi liberi che per far
merito alla giustizia; e gi ne aveva scorso il primo libro
e la met del secondo, delle quali poi si rimase, sulla ri-
flessione che non conveniva ad uom cattolico di religio-
ne adornare di note opera di auttore eretico.
Con questi studi, con queste cognizioni, con questi
quattro auttori che egli ammirava sopra tutt altri, con
desiderio di piegargli in uso della cattolica religione, fi-
nalmente il Vico intese non esservi ancora nel mondo
delle lettere un sistema, in cui accordasse la miglior filo-
sofia, qual la platonica subordinata alla cristiana reli-
gione, con una filologia che portasse necessit di scienza
in entrambe le sue parti, che sono le due storie, una del-
le lingue, l altra delle cose; e dalla storia delle cose si ac-
certasse quella delle lingue, di tal condotta che s fatto
sistema componesse amichevolmente e le massime de
sapienti dell accademie e le pratiche de sapienti delle
repubbliche. Ed in questo intendimento egli tutto spic-
cossi dalla mente del Vico quello che egli era ito nella [ Pobierz całość w formacie PDF ]

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